"Il velocipede penetra nei nostri costumi e nei nostri usi a grande velocità"
"Il velocipede infatti si sta diffondendo con incredibile rapidità, dalla Francia all'Europa e dall'Europa in Asia e in Africa. Non parliamo poi dell'America, che ci ha superati e che è in vantaggio nella corsa del progresso. Il velocipede è un giocattolo più serio di quanto si possa immaginare. Oltre alle seduzioni dell'avventura presenta una incontestabile utilità".
"E' uno dei segni del tempo: è l'affermazione della forza umana tradotta in velocità con l'aiuto di un mezzo ingegnoso. Il velocipede rappresenta un passo in avanti nel cammino percorso dalle genialità dell'uomo. Sostituisce alla volocità collettiva, brutale e sciocca, la velocità individuale, la rapidità ragionata che evita gli ostacoli, che cambia secondo le circostanze, che è sottomessa alla volontà. Questo cavallo di legno e di acciaio colma una lacuna dell'esistenza moderna; non risponde solo ad esigenze pratiche ma anche ad aspirazioni".
"Il velocipede non è un capriccio nato ieri, di moda oggi, e che può essere dimenticato domani. Lo prova il fatto che, nella stessa misura in cui il velocipede prende piede nel mondo dei nobili, il governo e le grandi amministrazioni lo impiegano per servizi speciali".
Richard Jacques (aka il Grande Jacques)
Tratto dall' editoriale del numero 1 del Vèlocipède illustrè del 1 aprile 1869
"in Italia, sgraziatamente, si è un pochino addietro da ciò che in materia si è fatto nelle nazioni che ci stanno ai fianchi".
Avv. Elisio Riviera
Direttore della Illustrazione Velocipedistica Italiana
Tratto da un articolo del 1892
Più che pensare alla attualità di questi articoli, che condurrebbe alla immobilità della storia, mi piace pensarli come a un ciclo, il ritorno di una storia che gira.
Sullo stendardo c'è scritto "progresso" e a portarlo è una donna in bicicletta.
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