(pagina in continuo aggiornamento, si accettano suggerimenti e critiche)
Charles Robert
Darwin: “non sopravvive il più forte o il più intelligente, ma chi si adatta più
velocemente al cambiamento”
Antonio Colombo: “perché la
bicicletta è una continua evoluzione, è un progetto infinito.”
1817 – Draisina –
Barone Karl Von Drais
Nell’aprile del 1815 il vulcano Tambora, in Indonesia, entrò
in un’eruzione che durò ininterrottamente per oltre tre mesi, Si stima che
morirono 90000 persone in quella che resta a oggi la più grande eruzione
documentata della storia. Milioni di tonnellate di cenere vulcanica finirono
nell’atmosfera formando uno velo di pulviscolo che schermò la radiazione solare
sull’Europa e il Nordamerica. Il sole scomparve,le precipitazioni piovose
aumentarono e le temperature medie scesero di parecchi gradi. Probabilmente il
più drammatico raffreddamento globale che il mondo moderno abbia conosciuto.
Nel New England ci furono tormente di neve a luglio, Molti
agricoltori furono spazzati via, il che causò un rapido popolamento di New York
e un’espansione nel Midwest. In Irlanda la carestia fece 65000 vittime. In
Inghilterra ci furono sommosse per il pane. Nel 1816, passato alla storia come
“l’anno senza estate” il freddo rovinò il raccolto di tutto il mondo
occidentale, Il prezzo dei cereali era enorme. Nella Germania meridionale,
colpita anche essa da una autentica carestia, gli agricoltori che non potevano
permettersi l’aveva per i loro cavalli li uccidevano. Il Barone K. Von Drais de
Sauerbronn, fu testimone del macello. Senza il lavoro fornito dai cavalli, la
società si trovava a dover affrontare una crisi ancora più grave. Ispirato
dalla necessità Drais invento un cavallo meccanico dotato di ruote. Il cavallo
meccanico prese il nome di “Draisina” era costituito da due ruote da carrozza
in legno allineate, una panca di legno su cui ci si metteva a cavalcioni e un
rudimentale sistema di sterzo. Su questo mezzo non si pedalava, ci si spostava
spingendo o remando con i piedi sul terreno, e in discesa o quando si era presa
velocità si sollevavano da terra. Pesava circa 45kg, Le strade a quel tempo
erano molto dissestate. Fu presto vietata in tutte le principali città del
mondo (forse per la sua mancanza di freni) e quando i raccolti si ripresero fu
dimenticata.
In ogni caso fu il primo antenato della bicicletta, e fu il
primo mezzo di trasporto a propulsione umana che aumentava la velocità degli
spostamenti riducendo il dispendio energetico. Lo stesso Barone Karl Von Drais
nel testarla percorse in una sola ora, andata e ritorno, il tragitto da
Mannheim a Schweitzinger Relaishaus. Per farlo a piedi ci volevano almeno tre
ore.
1860 circa – Pedivelle e Pedali rotanti applicati alla ruota
anteriore –
In questo periodo vennero applicati pedivelle e pedali
rotanti alla ruota anteriore della draisina, nasce così il “Velocipede”. Le
pedivelle erano fissate alla ruota senza sistemi di “ruota libera” per questo
era necessario aggrapparsi con forza al manubrio e la sterzata era difficoltosa
a causa del disallineamento con le gambe. I velocipedi erano molto difficili da
guidare. Le difficoltà e la pericolosità di questo mezzo aumentarono con la sua
“naturale” evoluzione, Ai velocipedi si chiedeva sempre maggiore velocità, e
l’unico modo per aumentarla (mantenendo la stessa frequenza di pedalata) era
aumentare il diametro della ruota e quindi lo sviluppo in metri per ogni
rotazione completa delle pedivelle, da qui il metodo che ancora oggi si usa per
calcolare la rapportatura delle biciclette. (vedi 1870)
1869 – Cuscinetto a
sfera – Suriray
Il concetto su cui si basano i cuscinetti a sfera era
conosciuto già da moltissimo tempo, Galileo li descrive nel 600, Leonardo da
Vinci ne spiega il funzionamento un secolo prima. Forse il primo ritrovamento
dell’uso del “concetto” di cuscinetto a sfera risale alle galee romane del 40
a.c.
Il concetto su cui si basa il cuscinetto è che se due
superfici rotolano una sull’altra invece di scivolare/strisciare, l’attrito e
di conseguenza anche l usura è molto inferiore.
Per secoli i cuscinetti a sfera furono usati molto raramente
e solo in qualche piccolo campo di impiego. Il primo brevetto di cuscinetto a sfera
è datato 1794 , un inventore gallese di nome Philip Vaughn inserì dei
cuscinetti radiali negli assi delle carrozze, ma l’invenzione non prese piede.
Probabilmente perché: “tanto la carrozza la devono trainare i cavalli” mentre
sulla bicicletta è l’uomo stesso a faticare.
Il primo brevetto francese di cuscinetto a sfera risale al
1869 a nome del meccanico Suriray, che si dice usò la forza lavoro dei
carcerati di Sainte-Pelagie , facendogli molare i cuscinetti a mano. Questi
cuscinetti a sfera con molta probabilità furono i primi a essere montati su una
bicicletta, ma questi, fatti a mano, si rompevano molto facilmente sottoposti
ai carichi di lavoro di una bicicletta.
L’industria della bicicletta fu la prima a fare un largo uso
del cuscinetto a sfera. Con molta probabilità
la prima volta che il cuscinetto venne impiegato su una bicicletta, fu durante
la prima gara ciclista organizzata della storia, Novembre 1869, un centinaio di
corridori alla partenza sotto l’arco del trionfo. Il percorso di 125 chilometri
portava da Parigi a Rouen su strade in pessime condizioni. Alla gara prendeva
parte ogni tipo di “bicicletta” o meglio, di “mezzo a pedali” compresi
monocicli,tricicli e quadricicli. Ma solo uno di questi aveva un sistema di cuscinetti a sfera
sull’asse dei pedali che garantiva una pedalata migliore e con minore sforzo.
James Moore usando questa bicicletta con cuscinetti a sfera vinse con 15 minuti
di vantaggio.
1870 - La ruota
aumenta di diametro -
Il diametro delle ruote arrivò presto fino al limite (che
era dato dalla lunghezza della gamba), esistevano velocipedi con ruote di
diametro 1,5metri. In inghilterra, al tempo in europa il paese con la più alta
diffusione e produzione di biciclette, questi nuovi velocipedi vennero chiamati
high-wheller o ordinary, più tardi presero
anche il nomignolo di penny-farthing
(la differenza di diametro delle due ruote, anteriore e posteriore, ricordava
la differenza di diametro delle due monete) o altri nomignoli come dandy-horse (cavallo da dandy) , dandy-charger, o boneshaker (avevano ruote in ferro o legno e le strade erano in
condizioni molto peggiori di quanto potevano esserlo il secolo prima o ai tempi
dell impero romano).
In Italia il nome velocipede
deriva dall’unione di due parole latine (veloce e piede) mentre il termine ciclo deriva dal greco Ky’klos che significa
giro/cerchio/ruota. bi-ciclo , bi-ciletta
cioè due ruote.
Ogni paese creò e sviluppò nel tempo, un proprio nome per il
nuovo mezzo.
1974 – Ruota Tensionata - (lavori in corso…)
1878 circa –
Cuscinetto lubrificato e Anello di Rotolamento
Alla fine degli anni settanta dell’ottocento, William Bown e
Joseph Hughes, depositarono i brevetti per il cuscinetto lubrificato e per
l’anello di rotolamento (l’anello liscio che ospita le sfere). Questi
cuscinetti a sfera con anello orientabile presto diventarono un componente
standard nell’industria della bicicletta.
1879 – Trasmissione a
catena sulla ruota posteriore – H.J. Lawson
1880 – Catena d’acciao
a rulli – Hans Renold
Nel 1880, dopo svariati esperimenti e tentativi con
differenti sistemi di trasmissione, si era arrivati a capire che la strada
giusta da seguire per l evoluzione della bicicletta era la trasmissione a
catena sulla ruota posteriore, ora il problema era migliorare la catena, nel
1879 Hans Renold si trasferì dalla svizzera a Manchester dove aveva comprato
una piccola fabbrica di catene rudimentali per macchine tessili. Nel 1880
depositò il brevetto della sua catena a rulli che era fatta da due differenti
maglie alternate: le piastre delle maglie interne erano unite da due bussole
sopra cui scorrevano i rulli; mentre le piastre delle maglie esterne erano
tenute assieme da due perni che passavano all’interno delle bussole delle
maglie interne. Grazie a questo sistema rivoluzionario l’innesto della catena
sui denti della corona e dei pignoni era enormemente più fluido e quindi si
riduceva l’usura della catena e aumentava di molto l’efficienza della
trasmissione. Nella prima metà del ventesimo secolo la quasi totalità dei
trasporti dipendeva dall’uso di catene a rulli, a oggi l’uso della catena a
rulli è enormemente diffuso nei mezzi di trasporto e macchinari di varia natura.
Dal 1880 a oggi non sono stati apportati miglioramenti significati alle catene.
1883 – Macchina per la retifica delle
sfere – Friedrich Fischer
Germania, nel
1883 Fischer inventa la macchina per la retifica delle sfere, per la priva
volta, una macchina era in grado di realizzare sfere particolarmente dure, in
grandi quantità e di forma perfetta. Nascono i moderni cuscinetti a sfera. I
cuscinetti si diffondono ovunque in qualsiasi utilizzo. Ancora oggi l’azienda
Fischer produce cuscinetti.
1887 - Pneumatico –
John Boyd Dunlop
Possiamo immaginarci la scomodità delle biciclette di
allora, pensando alla pessime condizioni delle strade e al fatto che le ruote
erano in ferro pieno senza nessuna “copertura”, oppure le più recenti, come le
Safety, avevano imbullonata o incollata una striscia di gomma piena,
sicuramente più comode del ferro pieno ma ancora talmente scomode da meritarsi
il nomignolo di “scuoti ossa”.
John Boyd Dunlop, Veterinario scozzese residente a Belfas,
inventò il primo pneumatico, o meglio, coniò la parola “pneumatico” per la sua
invenzione, che consisteva in un manicotto di lino imbullonato alla ruota,
all’interno del manicotto un tubo gonfiabile di caucciù con una valvola di non
ritorno e quindi riempì di aria compressa il tubo gonfiabile.
L’invenzione del pneumatico come lo conosciamo
(biciclette,motociclette,automobili ecc.) viene attribuita a Jhon Boyd Dunlop,
anche se un altro scozzese, brevettò in Francia e in America un sistema molto
simile (per ruote di carrozze) già nel 1848.
Si dice che un medico, consigliò a Dunlop la bicicletta come
rimedio salutare per suo figlio di 9 anni, specificando che l’attività avrebbe
portato più benefici se fosse stato possibile ridurre i sobbalzi provocati
dalla pavimentazione in granito sconnesso delle strade cittadine. Quindi Dunlop
costruì il primo pneumatico per il triciclo di suo figlio.
La produzione partì a Berlino nel 1888. Le gomme pneumatiche
venivano incollate al cerchione con del mastice
Inizialmente l’invenzione non prese piede, nonostante la
scarsa resistenza al rotolamento di questi pneumatici rendeva la bicicletta più
veloce, spesso veniva derisa dai
ciclisti, chiamata “ruote a vescica d’aria” o “ruote budino”. La prima
pubblicità uscita nel 1888 titolava: “occhio alla nuova safety Pneumatica”
Nonostante quei primi pneumatici fossero poco usati, costosi
e facili a forarsi, nel 1889 un giornalista andò da Dublino a Coventry su una
bicicletta dotata di Pneumatici, nel giro di un anno tutti i corridori ciclisti
del paese avevano biciclette dotate di pneumatici. Due anni dopo la fabbrica fu
spostata a Conventry.
L’invenzione del pneumatico rese finalmente la bicicletta
veramente comoda e adatta a tutti, su qualsiasi strada. Oggi tutte le
biciclette sono dotate di pneumatici.
1891 –
Pneumatici Rimovibili – èduard Michelin
Eduard
Michelin era proprietario di una fabbrica di gomma,in quel periodo gli affari
non andavano bene. Non era un ciclista ma vide quando fosse lunga e complessa
la procedura per riparare la foratura di un pneumatico (che ai nostri giorni
definiremo “tubolare”), quando tempo ci voleva per incollarlo e aspettare che
il mastice si asciugasse. Quindi inventò il Pneumatico
Rimovibile che in poco tempo evolve diventando il classico copertone che
noi conosciamo. Nella Parigi-Brest-Parigi del 1981 il fratello di Eduard Michelin che
si occupava degli aspetti commerciali dell’azienda. convinse il corridore
Charles Terront a correre utilizzando i Pneumatici Rimovibili di Michelin,
vinse con otto ore di vantaggio, ma c’è chi sostiene che la sua condotta di
gara fosse irregolare. All’arrivo tra i diecimila spettatori negli Champs-E’lysèes,
distribuì volantini pubblicitari che reclamizzavano i nuovi Pneumatici
Rimovibili. Oggi quasi tutte le biciclette utilizzano Copertoni con camere
d’aria al posto di pneumatici tubolari.
1985 – Telaio a
losanga – John Kemp Starley
J. K. Starley in un discorso tenuto al Royal Society of
Arts; I principi fondamentali che mi
hanno guidato nella realizzazione di questa macchina sono stati: posizionare il
ciclista alla giusta distanza da terra […] sistemare la sella in posizione
corretta rispetto ai pedali […] sistemare le impugnature in una posizione tale
rispetto alla sella per cui il ciclista possa esercitare la massima forza sui
pedali con il minimo sforzo.
La prima bicicletta con telaio a losanga fu costruita nel
1985 a Convetry, si chiamava Rover Safety sicurezza> , perché aveva le due ruote piccole e di
eguali dimensioni, perché il baricentro del ciclista si trovava sopra la parte
centrale della bicicletta e perché il ciclista poteva toccare il terreno con
entrambi i piedi contemporaneamente. Tutto questo ne faceva una macchina sicura
(al contrario degli high whellers e simili)
Questo nuovo tipo di telaio rese subito obsoleto qualsiasi
altro tipo di velocipede, nel giro di pochi anni ogni costruttore aveva in
catalogo almeno un bicicletta con telaio a losanga. Dal 1985 a oggi sono stati sperimentate e
ricercate tantissime forme per i telai delle biciclette, ma nessuna si è mai
avvicinata come qualità al telaio a losanga.
Oggi la quasi totalità delle biciclette possiede un telaio a
losanga.
1897 – Buttet tubes –
Alfred Milward Reynolds
Alfred Milward Reynolds dirigeva una fabbrica di chiodi a
Birmingham, nel tempo libero cercava di risolvere un problema diffuso in tutta
l’industria della bicicletta: come saldare due tubi metallici sottili e leggeri
senza indebolire le giunzioni? Dopo vari tentativi nel 1897 depositò un
brevetto che consisteva in tubi con le estremità (che andranno poi saldate) di
spessore maggiore rispetto al centro ma con diametro esterno costante, questo
permetteva ai tubi di risparmiare peso senza compromettere la resistenza
1930 – Bloccaggio Rapido per Mozzi –
Tullio Campagnolo
Tullio
Campagnolo depositò il proprio brevetto per il sistema di bloccaggio rapido per
mozzi l’8 febbraio 1930. Il sistema
consisteva in un perno in acciaio che passa all’interno dell’asse cavo del
mozzo e ha un dato a un’estremità e una leva fissata a un eccentrico per stringerlo
all’altra estremità. Questo sistema
semplice e geniale, non richiedeva l’uso di nessun utensile per smontare la
ruota ed era molto più rapido di qualsiasi altro sistema. Oggi il sistema brevettato da Tullio è il
sistema standard per fissare le ruote su quasi tutte le biciclette prodotte. (anche
se la praticità e velocità con cui questo sistema permette di smontare una
ruota è dannoso nel proteggere le biciclette dai furti).
Si racconta
che Tullio Campagnolo prese parte al “gran premio della vittoria” che si tiene
in pieno inverno nelle dolomiti venete. Nella salita che porta al Passo Croce
d’Aune Tullio era in testa alla corsa, a quel tempo le biciclette avevano solo
due rapporti, precisamente un pignone a scatto fisso con un rapporto lungo per la
pianura e sull’altro lato della ruota un pignone a ruota libera e rapporto
corto per pedalare in salita, per cambiare rapporto bisognava scendere dalla
bicicletta, smontarla per poi rimontare la ruota capovolta. Lungo quella salita
tra la neve e il freddo, Tullio con le dita intorpidite dal gelo non riusciva a
svitare i dadi della ruota e quindi a cambiare rapporto. Gli altri corridori lo
sorpassarono, alla fine della gara si dice che Tullio abbia esclamato: “bisogna
cambiar qualcosa de drio”.
Tullio Campagnolo
nella sua vita depositò oltre 130 brevetti (lo stesso anno brevettò un
prototipo di deragliatore posteriore costituito da un mozzo mobile e due
bacchette fissate ai foderi verticali), molti dei quali rivoluzionarono per
sempre la bicicletta fino ai giorni nostri.
1935 – Tubi in lega
d’acciaio al manganese e molibdeno – Industria Reynolds
Scoperta durante le ricerche di tubazioni per aereomobili,
Nome commerciale in ambito ciclistico “ Reynold 531 ” . Forse la lega più
famosa della storia per la costruzione di telai per bicicletta.
1950 – cambio
posteriore Gran Sport – Tullio
Campagnolo
Alla fiera di Milano del 1950 viene presentato il cambio
Gran Sport , un deragliatore a parallelogramma a gabbia allungata. Era il
componente più complesso mai realizzato per una bicicletta e anche il più efficiente.
Ancora oggi i moderni cambi si basano sullo stesso principio di funzionamento.
1976 – Cuscinetti Sigillati per serie sterzo – Chris
King
Ingegnere di apparecchiature mediche, appassionato cicloturista.
Decise di progettare una serie sterzo robusta e affidabile per se e i suoi amici. Ancora oggi la Chris King produce cuscinetti di sterzo identici a quelli
progettati nel 76.
1977 - Nasce la Mountain Bike - Gary Fisher - Joe Breeze
Gary Fisher
Raccolta di letture sull argomento:
La Mountain Bike di Robert van der plas
Corso di Mountain Bike di Paolo Dossena e Pierluigi Orler
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